Riqualificazione delle vie d’accesso alle porte urbane di Cittadella (PD)

Cittadella, città murata medioevale nata nel 1220 per volontà del Comune di Padova, è forse l’esempio più interessante e meglio conservato di architettura militare medievale in Italia e in Europa, sia dal punto di vista tipologico che morfologico. Unica città murata con un camminamento di ronda di forma quasi ellittica e completamente percorribile. È caratterizzata da una possente cinta muraria, perfettamente conservata nel tempo e giunta ai giorni nostri ancora integra, alta fino a quindici metri e lunga più di un chilometro e mezzo, circondata da un ampio fossato, intorno alla quale si estende la campagna veneta. Quattro le porte di accesso alla città, orientate secondo i punti cardinali e rivolte a Sud verso Padova, a Ovest verso Vicenza, a Nord verso Bassano e a Est verso Treviso.

Le città murate sono delle vere e proprie città d’arte da tutelare, valorizzare e rendere ancora più belle e apprezzate nel mondo. Questi tesori di cui è punteggiato il territorio italiano devono essere recuperati e portati al centro dell’attenzione per diventare a loro volta volano di sviluppo del territorio, sia culturale che economico. In quest’ottica si pongono i numerosi interventi di restauro che si sono susseguiti da oltre vent’anni a Cittadella e che hanno coinvolto l’intera cinta muraria e le porte urbane della città, facendo sì che, ad oggi, lo stato di conservazione del complesso monumentale, in generale, risulti molto buono. 

Non ultimo, l’intervento di illuminazione monumentale di porta Treviso e di riqualificazione degli spazi extra moenia adiacenti alle porte urbane “Treviso” e “Padova”, affidato dall’Amministrazione Comunale all’Arch. Ferruccio Tasinato, che ha curato anche la Direzione Lavori, a completamento di quanto eseguito nel corso del primo stralcio del progetto, risalente ad un paio di anni prima e rivolto a porta Bassano. 

Il progetto
Contestualmente all’illuminazione monumentale di porta Treviso, particolare attenzione è stata posta dal progetto alla valorizzazione dei caratteri storico-monumentali degli spazi aperti adiacenti la porta urbana, essendo entrambi i due distinti complessi monumentali sottoposti a vincolo monumentale e paesaggistico.
“Abbiamo ritenuto importante, nella proposta di riqualificazione, evitare il contatto diretto delle aree destinate a parcheggio pubblico che, in generale, non offrono una particolare qualità degli spazi, con i selciati di pietra naturale prossimi alle porte urbane dove la vicinanza con le superfici asfaltate dei parcheggi appariva ancora più stridente”, ha dichiarato il progettista. 

Per la realizzazione delle superfici pavimentate, sia nelle aree di porta Treviso che in quella, omologa, a ridosso del lato orientale di porta Padova, è stata infatti individuata un’area “di rispetto”, caratterizzata da due differenti destinazioni: una riservata al transito pedonale e l’altra rivolta a quello carrabile, per garantire l’accesso ai parcheggi limitrofi.

La scelta dei materiali 
“Per le superfici pavimentate carrabili abbiamo optato per una particolare pavimentazione drenante, i.idro DRAIN con finitura architettonica di Calcestruzzi, riproponendo un materiale già sperimentato con successo nel corso degli interventi eseguiti in prossimità di porta Bassano; particolarmente apprezzata anche dalla Committenza, questa soluzione ci ha offerto la possibilità di sostituire la pavimentazione in asfalto, che lambiva la struttura muraria delle porte, con una superficie realizzata con materiali − e cromie − più naturali; più adatta a un contesto sottoposto a tutela monumentale, i cui toni e colori sono stati concertati con la Soprintendenza”, ha spiegato Ferruccio Tasinato. “Questa scelta, fa sì che sia di giorno che di sera, con la nuova illuminazione monumentale, la porta e le aree limitrofe abbiano un aspetto molto più gradevole. Inoltre, il materiale drenante soddisfa pienamente le specifiche delle nostre scelte progettuali in tema di sostenibilità ambientale, rigenerazione urbana e valorizzazione dei caratteri monumentali degli spazi extra moenia adiacenti alle porte”, ha precisato Tasinato. La nuova pavimentazione costituisce in quest’ambito una sorta di cuscinetto “naturale” tra il manto bituminoso del parcheggio e le spesse murature in mattoni a vista che caratterizzano l’avancorpo della porta.

“La particolare cromia e la specifica connotazione naturale del materiale, infatti, lo rendono perfettamente integrabile in un contesto di pregio, nel quale i selciati delle porte e dei ponti, percorsi quotidianamente da cittadini e turisti, sono caratterizzati da una grande qualità e cura dei materiali, dovuti alla presenza di lastre di trachite, cubetti di porfido e della tradizionale pavimentazione in acciottolato ricorrente all’interno del centro storico”, ha spiegato Tasinato

Le superfici pavimentate
Per quanto riguarda le superfici pavimentate, l’intervento di riqualificazione ha comportato la rimozione del manto bituminoso e del relativo strato di binder. “Nel tratto pedonabile – ha spiegato l’Arch. Tasinato - è stato impiegato un battuto stabilizzato con pietrischetto di cava, analogo a quello esistente nei vialetti pedonali del parco presso la cinta muraria. Come legante d’impasto è stata utilizzata la calce idraulica naturale di Italcementi. Nel tratto carrabile – realizzato su sottofondo in calcestruzzo armato opportunamente interrotto per favorire il deflusso delle acque meteoriche – è stato impiegato il drenante con finitura architettonica, al quale sono stati aggiunti degli inerti di pietra locale a vista, in grado di conferire alla pavimentazione una considerevole resistenza e, soprattutto, un aspetto simile al battuto di calce. Sopra al massetto, per uno spessore di circa 15 cm, è stata quindi posata la soluzione drenante i.idro DRAIN con finitura architettonica e successivamente si è proceduto al lavaggio della pavimentazione per la messa in luce degli inerti naturali”. La separazione tra i due composti è stata realizzata per mezzo una lama di ferro affiorante tra i getti.
Il particolare mix design e la formulazione di i.idro DRAIN con finitura architettonica ha permesso di confezionare un calcestruzzo dalle ottime prestazioni meccaniche, e allo stesso tempo, da un’altissima capacità drenante e un elevato valore estetico. 

“La possibilità di realizzare entrambe le superfici, sia quella pedonale che quella carrabile, con materiali drenanti – ha spiegato l’architetto - ha consentito di eliminare i pozzetti per la raccolta delle acque meteoriche e di avere una superficie più continua e sicura grazie alla maggiore capacità di assorbimento delle precipitazioni intense. Si evitano, in questo modo, favorendo un veloce smaltimento delle acque superficiali, sia lo scorrimento delle acque sul piano di calpestio che la creazione di ristagni d’acqua pericolosi anche per il transito dei pedoni, soprattutto in inverno. 
Il transito e la sosta dei veicoli sul battuto di calce sono stati impediti da dissuasori in legno, costituiti da pali di altezza contenuta, che ben si inseriscono nel contesto naturalistico delle rive. “Questa scelta progettuale ha consentito di ricavare degli ambiti di socialità e di relazione, sottraendo ai parcheggi pochi posti auto, e conferendo allo spazio una maggiore qualità per cittadini e turisti”, ha precisato Ferruccio Tasinato

La segnaletica stradale esistente, installata sulle murature delle porte urbane, è stata rimossa e collocata su sostegni a terra, posti sul margine delle aree di tutela. Sono stati impiegati pali relativamente bassi, in modo da attenuarne la percezione visiva, pur garantendo le prescrizioni imposte dal codice della strada. 
“Il drenante architettonico impiegato nella parte carrabile - spiega Marco Sandri, Product Manager per le Pavimentazioni di Italcementi e Calcestruzzi - i.build - consiste in un calcestruzzo drenante i.idro DRAIN con ghiaia a vista, ottenuto sottoponendo il prodotto a un trattamento superficiale dopo la lavorazione posa in opera che gli conferisce un aspetto particolarmente naturale. Il prodotto viene infatti miscelato, posato e lavorato e successivamente trattato con una lacca ritardante che, permettendo il successivo lavaggio della pasta cementizia, quindi consente di scoprire il sasso. Si tratta di un processo che viene normalmente eseguito nelle pavimentazioni chiuse e che Italcementi è riuscita ad applicare anche alle pavimentazioni drenanti”.

La posa del drenante architettonico
La posa di i.idro DRAIN con finitura architettonica, così come quella della pavimentazione pedonale, è stata eseguita dall’impresa General Scavi di S. Giorgio in Bosco (PD), azienda da anni operante nel settore dei lavori stradali e movimento terra, con il supporto di i.build, la business unit di Calcestruzzi specializzata nella fornitura e posa in opera delle pavimentazioni, che ha fornito il materiale e il know-how necessario per la realizzazione della miscela e la corretta applicazione della soluzione drenante. “La formazione ed il supporto forniti dalla squadra i.build hanno consentito all’impresa di eseguire una posa a regola d’arte. Insieme a Marco Sandri, ho personalmente assistito alla formulazione dell’impasto, con l’ausilio di una benna miscelatrice, in quanto essendo le superfici di dimensioni contenute, la quantità di prodotto era tale da non necessitare una fornitura da un impianto di miscelazione”, ha dichiarato l’Arch. Tasinato. 

“Per individuare la soluzione drenante che meglio si adattasse al contesto di particolare pregio sottoposto a tutela paesaggistica, di concerto con il progettista e la Soprintendenza, sono state testate 4/5 graniglie diverse, scegliendo quella che meglio si sposava con il battuto di calce della porzione pedonabile”, ha spiegato Sandri
“La soluzione con il drenante architettonico di Italcementi – ha precisato ancora l’Arch. Tasinato - ci ha permesso di individuare una superficie che avesse caratteristiche di carrabilità e al contempo consentisse di drenare l’acqua superficiale, ma non solo. Il fatto di poter utilizzare gli inerti da noi forniti e di poterli lavare mettendo in luce le loro caratteristiche estetiche e materiche è stata premiante per la scelta ed ha conferito una qualità estetica difficilmente raggiungibile con una soluzione differente. Rispetto al normale calcestruzzo drenante i.idro DRAIN, infatti, la soluzione architettonica, a parità di prestazione drenante, offre una qualità estetica superiore perché la superficie creata risulta molto più vibrante sia alla luce diurna che notturna. Potendo mettere in vista il pietrisco, è infatti possibile sfruttare la sua naturale capacità di riflettere la luce in maniera non omogenea e piatta, ed è certamente preferibile ad una superficie asfaltata a ridosso di una cinta muraria che vanta 800 anni di storia”. 

“Con questa nuova soluzione – ha dichiarato Marco Sandri – si conferma l’impegno di Calcestruzzi e di Italcementi nei confronti della sostenibilità ambientale, della generazione di valore urbano e del miglioramento della vivibilità cittadina, tre aspetti che sono alla base della continua ricerca di prodotti e soluzioni che ogni giorno contribuiscano alla trasformazione e al rinnovamento”.

L’illuminazione della porta Treviso 
Con il progetto per l’illuminazione del complesso monumentale di porta e ponte Treviso si sono voluti sottolineare, in maniera omogenea, gli elementi della composizione architettonica, preservandone gli aspetti monumentali e garantendo le condizioni di sicurezza dei cittadini. 
Tutto il complesso, muovendo da un’esplicita richiesta dell’Amministrazione Comunale, è stato dotato di una nuova illuminazione, simile a quella naturale, molto più attenta alla rigida normativa regionale e ai temi ambientali. L’impianto è stato infatti sviluppato nel pieno rispetto dei contenuti della vigente legge regionale 17/2009, in materia di contenimento dell’inquinamento luminoso, risparmio energetico, tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici. Tutte le sorgenti sono costituite da led di ultima generazione, ad alta efficienza luminosa e consumi ridotti, complete di filtri, lenti, recuperatori di flusso e tecnologie in grado di garantire il rispetto delle prescrizioni normative. “In generale – ha spiegato l’Arch. Ferruccio Tasinato - si è cercato di preferire flussi luminosi provenienti dall’alto, contenendo i fasci di luce all’interno delle sagome dei manufatti e facendo in modo che il flusso diretto verso l’alto − non intercettato dal complesso architettonico − sia inferiore al 10% del flusso emesso dall’impianto di illuminazione, in conformità alla legge regionale e alla norma UNI 10819/2021”.
Il progetto ha previsto inoltre un sistema wi-fi di accensione, spegnimento e regolazione delle sorgenti luminose volto a contenere l’infrastrutturazione dell’impianto elettrico.

Mr. Riccardo Pasa

Responsabile i.build, la business unit per le pavimentazioni

Posizione

35013 Cittadella (Italia)

i.build - La Business Unit per le pavimentazioni

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